DI TAMARA FARNETANI
E DANIELE PASSERINI
Assisi 5-13 aprile
Sala Pinacoteca Piazza del Comune
Dopo il successo ottenuto a Perugia sarà esposta ad Assisi, dal 5 al 13 aprile alla Sala Pinacoteca in P.
zza del Comune, la mostra itinerante Donne di
Vrindavan promossa dal Comitato Internazionale 8 Marzo: 40 pannelli di fotografie, liriche, approfondimenti per raccontare le dure condizioni di vita delle vedove in India. L'esposizione, di forte impatto emotivo, ha il suo cuore nel riuscito connubio tra le foto di
Tamara Farnetani e le poesie di Daniele Passerini ed è completata dai racconti delle donne fotografate e dagli approfondimenti di Ester Gallo e Rita
Cacciaglia. L'ingresso è libero (orario 10-19). Acquistando il catalogo, chi vuole può dare un'offerta all'associazione umanitaria
Guild of Service per una struttura a
Vrindavan che accoglie donne.
il reportage della
Farnetani, specializzata in ritrattistica presso il
Kingsway College e il City
of Westminster College di Londra, si distingue per qualità degli scatti, potenza evocativa e completezza del progetto. "Le donne che ho conosciuto a
Vrindavan - ci dice - sono donne particolari. Per lo più vedove che, dopo la morte dello sposo, cacciate dalle famiglie, si ritirano dalla vita mondana spogliandosi da ogni forma di materialismo, per dedicare la propria vita a preghiere e salmodie e raggiungere la liberazione dalla "ruota delle rinascite". Insieme alle vedove ci sono mogli abbandonate coi loro bambini o che non sono riuscite a sposarsi per mancanza di dote. Molti guarderanno le foto con l'idea di una profonda violazione dei diritti umani, e sicuramente a queste donne la tradizione
hindu nega un a v i t a normale solo perché non hanno più marito. Invito però anche a spostare l'attenzione sulla loro personalità, la grande fede in Dio, la fierezza d'essere
Hindu, l'accettare con dignità la propria sorte in cambio d'una ricompensa eterna. Mi ha commosso profondamente vivere con loro, condividere quel poco che possedevano, la costante serenità, il non temere la morte, anzi celebrarla come elevazione dello spirito."
Le nuove liriche di Daniele Passerini, funzionario del Comune di Assisi, sono una piacevole conferma per chi ha già apprezzato
Ventidue passi d'amore (2005) e Sospensioni di gravità (2006), pubblicati da A&B Editrice, e una sorpresa per chi non conosce questo 42enne poeta perugino."Sono entrato in questa iniziativa artistica, culturale e umanitaria - spiega Passerini - per realizzare dei testi, poi mi sono interessato a curarne anche l'organizzazione. E' stata una sfida appassionante comporre delle didascalie poetiche che si legassero ai volti delle donne fotografate senza suonare estranee o irrispettose, per invitare a superare distanze culturali e sociali, tra India e Europa e nella stessa India, a riscoprire un'universalità di fratellanza e significati in cui occidente e oriente, nord e sud, possano rispecchiarsi e riconoscersi figli di un unico mondo." N
el suo approfondimento Rita
Cacciaglia ricorda che la vita delle vedove a
Vrindavan è "dura, più di quanto in occidente si possa immaginare. Incuria, malnutrizione, sporcizia, malattie regnano nei locali che le ospitano.
Le più disgraziate vivono per strada, alla carità dei passanti e dei pellegrini, rannicchiate sui marciapiedi, davanti ai circa 4000 templi di questa cittadina santa. hanno figli piccoli da crescere, altre accudiscono quelle più malate. Le donne ritratte da
Tamara Farnetani ci guardano con occhi talvolta inespressivi o come persi in ricordi di tempi migliori, o saggi e luminosi, o pieni di dolore, o fieri ed orgogliosi. Sguardi in cui possiamo cogliere le immense contraddizioni dell'India, la sofferenza d'oggi e la speranza di domani."
La
Cacciaglia vive da 20 anni in India; profonda conoscitrice della sua società e delle sue culture, è stata spesso consulente e guida per documentaristi, ricercatori, giornalisti, tra cui l'amico Tiziano
Terzani. Un'altra collaboratrice della mostra, Ester Gallo, antropologa, docente di Politica e Società presso l'Università del
Sussex (
UK), che dell'India ha esplorato i temi legati a donne, genere, parentela e famiglia, sottolinea che "le donne indiane sono oggi, come in passato, protagoniste della tradizione e del cambiamento. La comprensione del ruolo complesso che esse rivestono nell'India contemporanea ci richiede di mettere in discussione i nostri valori e il nostro punto di vista; abbandonare l'idea di un'India 'tipica', esotica e affascinante per guardare agli effetti prodotti da colonialismo e globalizzazione.
Le vedove di
Vrindavan sono simbolo di un Paese in profonda trasformazione; le loro storie testimoniano diversità di esperienze, famiglie in mutamento, situazioni di precarietà, ma pure scelte consapevoli e un ruolo attivo nella società."
In occasione dell'inaugurazione della mostra, sabato 5 aprile alle ore 17.30, si esibirà il gruppo di musica indiana
Ragini e verrà offerto un rinfresco da
Solidalequo Assisi. Dopo la tappa ad Assisi la mostra si sposterà a Spoleto dal 19 al 27 aprile.
Nota: queste le note geografiche della città indiana di
Vridavan. Si trova tra Nuova Delhi e Agra (sede del
Taj Mahal), a circa 130 km. dalla prima e 50 km dalla seconda, è ubicata nella regione
Uttar Pradesh, nel distretto
Mathura, conta circa 57.000 abitanti.
Secondo la tradizione
hindu tra
Vrindavam e
Mathura, separate da circa 15 km, nacque e crebbe
Krishna. Per questo motivo la zona è ricca di
templi meta di pellegrinaggio da tutta l'India.