senza l'altezza per fare la sposa.
La vita è sacra, seppure aggiogata;
vince il suo giogo chi bene lo accetta.

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Sono di Calcutta. Quando sono morti i miei genitori avevo cinque anni. I miei due fratelli maggiori erano molto preoccupati che fossi una nana: significava che non sarebbero mai riusciti a trovarmi marito e avrebbero dovuto prendersi cura di me per tutta la vita. Perciò decisero di allontanarmi di casa. Mi affidarono a una anziana vedova che stava venendo a Vrindavan per salmodiare, come vuole la tradizione hindu, fino agli ultimi giorni della sua vita. Così è da circa cinquanta anni che vivo qui. Sono molto credente, ma da cinque anni non vado più all’ashram. Chiedo l’elemosina qui davanti al Tempio di Govinda, il più importante della città, che i pellegrini devoti a Krishna vengono a visitare da ogni parte dell’India. Qui mi sento più libera che dentro l’ashram e faccio più soldi.
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