martedì 29 aprile 2008

Alcuni commenti lasciati dai visitatori a Spoleto

Immagini toccanti, parole bellissime e commoventi.

Immagini bellissime, che sanno raccontare, giochi di luce volti e sguardi che parlano oltre la superficie. Le parole che le accompagnano non potevano dire di più!

Grazie per le forti emozioni provate.

Grazie Daniele, grazie Tamara per le emozioni stupende che mi avete regalato, è stato un tuffo nel tornare all'umiltà e con i piedi per terra.

Complimenti per la profondità trasmessa.

Le foto, accompagnate dalle poesie, sono stupende.

Che meraviglia! Bravissimi!

Bella e significativa. Immagini stupende.

Complimenti alla fotografa per la bellezza delle immagini, così vere suggestive, impressionistiche. Brava, brava, brava... da un collega.

Scatti che hanno la capacità di condurci in una realtà fatta di diritti negati in cui possiamo leggere però anche la capacità delle donne di essere “sorelle”, di unire le forze e aiutarsi nel disagio, nella speranza di un futuro migliore, per se stesse, per i propri figli, per le generazioni future e magari anche oltre la morte.

Disarmante come la morte. Emozionante come la vita.

Ciao. Sono una grande appassionata della fotografia, la mostra è veramente mozzafiato, un viaggio insondabile dell'animo umano. Complimenti!!

Semplicemente dico: è un'opera eccezionale.

Immagini e parole che conducono in un viaggio meraviglioso tra le donne dell'India.

Emozioni contrastanti: angoscia, impotenza. Bravissimi per le immagini stupende e le parole sublimi.

Bellissimo e molto suggestivo l'abbinamento tra suoni, parole e immagini.

(Spoleto, 19-27 aprile 2007)

mercoledì 23 aprile 2008

comunicazione

L'aggiornamento della rassegna stampa - ferma a marzo - sarà riattivato nelle prossime settimane, concluso il tour umbro della mostra.

Ospiti del Festival dell'economia di Trento

Donne di Vrindavan è stata inserita nel Programma del Festival dell'economia 2008 di Trento e verrà allestita nella Sala Wolkenstein di Palazzo Festi da martedì 27 maggio a lunedì 2 giugno (15:00-20:00).

giovedì 17 aprile 2008

Alcuni commenti lasciati dai visitatori ad Assisi

Il vostro è un inno all'umanità che sa elevarsi sopra le macerie delle circostanze. Straordinario.

Un viaggio dentro gli occhi di queste donne è un viaggio dentro la nostra anima. Grazie per averci fatto conoscere questo mondo e questa realtà di vita a noi sconosciuta.

Grazie per la naturalezza e semplicità con cui ci avete iniziato alla spiritualità che queste donne emanano con i loro sguardi. Continuate così. Complimenti.

Un reportage ottimo, ritratti clamorosamente ben costruiti, controllo della luce ottimo!!

Grande presenza, grande mostra.

Excellent use of fotographes! Well done.

Ho sentito gli stessi odori e gli stessi suoni. Queste foto parlano di una vita, queste liriche spiegano e fanno commuovere. Com-mozione che fa venir voglia di tornare, lì dove l'inizio si confonde con la fine in un ciclo perpetuo. Grazie di cuore.

E' vero siamo granelli di una stessa spiaggia "uguali".

Le luci, le ombre, le immagini, i pensieri; colori che emergono dal buio; dolori che emergono dalla vita... l'esistenza.

E' una emozione di volti e giochi di luce. Complimenti.

Grazie per aver portato all'attenzione di questa città una parte del mondo che sembra lontana, ma che poi tanto lontana non è.

Un insieme d'incanto per fare capire... il sentimento, che a volte non vogliamo sentire. Bravi.

Le righe sotto le foto toccano il cuore.

Esposizione avvincente e suggestiva.

Grazie per le magiche suggestioni. "Accettare il giogo"... trasformare le catene in ali per volare...

Molto più che un reportage: un racconto lirico e coinvolgente, in cui il colore, a volte, è superfluo.

Le parole, le mie, possono sporcare le emozioni che sono nette dentro. Il silenzio è il miglior tempo per l'affetto e il rispetto verso loro e voi!!

Un dialogo libero e rispettosissimo tra parole ed immagini, un mare di emozioni per chi guarda. Una lezione di profondità e umana comprensione.

Una lezione di coraggio, di forza, di amore per la vita, nonostante tutto. La certezza di una ricompensa, di un premio meritato.

Mi colpisce la speranza oltre ogni speranza.

(Assisi, 5-13 aprile 2008)

mercoledì 16 aprile 2008

SPOLETO: 19-27 aprile 2008

Dopo Perugia e Assisi, nuovo appuntamento a SPOLETO da SABATO 19 a DOMENICA 27 APRILE in Via Elladio, presso la Chiostro di San Nicolò tutti i giorni dalle 10 alle 19.

Inaugurazione ufficiale con le autorità sabato 5 alle ore 17.30; a seguire performance del gruppo di musica indiana Ragini e rinfresco offerto dal commercio equo e solidale (Monimbò di Perugia).

lunedì 7 aprile 2008

Inaugurazione di Ma-Dham a Vrindavan

Da una mail di Mohini Giri (Presidente di Guild of Service) al nostro referente in India Vasu Dev Das (Rita Cacciaglia).

Dear Vasu Dev Das

(...) The mothers shifted into Ma Dham on march 23rd. It was really touching to see them awe at their new home and feel the furniture etc. They were all very overwhelmed. It moved us completely. So far, 30 women and 3 children have shifted. The numbers will increase soon with Krishna's blessings.

(...) May the blessings of Shri Krishna shine on you.

Sincerely

V. Mohini Giri

Cara Vasu Dev Das

Le madri sono entrate in Ma-Dham il 23 Marzo. E' stato davvero toccante vederle entrare nella loro nuova casa e sfiorare il mobilio ecc. Erano tutte così emozionate. Ci hanno commosso completamente. Fino ad ora 30 donne e 3 bambini sono entrati nella casa. Il numero s'incrementerà con le benedizioni di Krishna.

Possano le benedizioni di nostro Signore Krishna splendere su di te.

Cordialmente

V. Mohini Giri

domenica 6 aprile 2008

Da Il Rubino del 31/03/08

FOTO E LIRICHE
DI TAMARA FARNETANI
E DANIELE PASSERINI

Assisi 5-13 aprile
Sala Pinacoteca Piazza del Comune

Dopo il successo ottenuto a Perugia sarà esposta ad Assisi, dal 5 al 13 aprile alla Sala Pinacoteca in P.zza del Comune, la mostra itinerante Donne di Vrindavan promossa dal Comitato Internazionale 8 Marzo: 40 pannelli di fotografie, liriche, approfondimenti per raccontare le dure condizioni di vita delle vedove in India. L'esposizione, di forte impatto emotivo, ha il suo cuore nel riuscito connubio tra le foto di Tamara Farnetani e le poesie di Daniele Passerini ed è completata dai racconti delle donne fotografate e dagli approfondimenti di Ester Gallo e Rita Cacciaglia. L'ingresso è libero (orario 10-19). Acquistando il catalogo, chi vuole può dare un'offerta all'associazione umanitaria Guild of Service per una struttura a Vrindavan che accoglie donne.

il reportage della Farnetani, specializzata in ritrattistica presso il Kingsway College e il City of Westminster College di Londra, si distingue per qualità degli scatti, potenza evocativa e completezza del progetto. "Le donne che ho conosciuto a Vrindavan - ci dice - sono donne particolari. Per lo più vedove che, dopo la morte dello sposo, cacciate dalle famiglie, si ritirano dalla vita mondana spogliandosi da ogni forma di materialismo, per dedicare la propria vita a preghiere e salmodie e raggiungere la liberazione dalla "ruota delle rinascite". Insieme alle vedove ci sono mogli abbandonate coi loro bambini o che non sono riuscite a sposarsi per mancanza di dote. Molti guarderanno le foto con l'idea di una profonda violazione dei diritti umani, e sicuramente a queste donne la tradizione hindu nega un a v i t a normale solo perché non hanno più marito. Invito però anche a spostare l'attenzione sulla loro personalità, la grande fede in Dio, la fierezza d'essere Hindu, l'accettare con dignità la propria sorte in cambio d'una ricompensa eterna. Mi ha commosso profondamente vivere con loro, condividere quel poco che possedevano, la costante serenità, il non temere la morte, anzi celebrarla come elevazione dello spirito."

Le nuove liriche di Daniele Passerini, funzionario del Comune di Assisi, sono una piacevole conferma per chi ha già apprezzato Ventidue passi d'amore (2005) e Sospensioni di gravità (2006), pubblicati da A&B Editrice, e una sorpresa per chi non conosce questo 42enne poeta perugino."Sono entrato in questa iniziativa artistica, culturale e umanitaria - spiega Passerini - per realizzare dei testi, poi mi sono interessato a curarne anche l'organizzazione. E' stata una sfida appassionante comporre delle didascalie poetiche che si legassero ai volti delle donne fotografate senza suonare estranee o irrispettose, per invitare a superare distanze culturali e sociali, tra India e Europa e nella stessa India, a riscoprire un'universalità di fratellanza e significati in cui occidente e oriente, nord e sud, possano rispecchiarsi e riconoscersi figli di un unico mondo." Nel suo approfondimento Rita Cacciaglia ricorda che la vita delle vedove a Vrindavan è "dura, più di quanto in occidente si possa immaginare. Incuria, malnutrizione, sporcizia, malattie regnano nei locali che le ospitano.

Le più disgraziate vivono per strada, alla carità dei passanti e dei pellegrini, rannicchiate sui marciapiedi, davanti ai circa 4000 templi di questa cittadina santa. hanno figli piccoli da crescere, altre accudiscono quelle più malate. Le donne ritratte da Tamara Farnetani ci guardano con occhi talvolta inespressivi o come persi in ricordi di tempi migliori, o saggi e luminosi, o pieni di dolore, o fieri ed orgogliosi. Sguardi in cui possiamo cogliere le immense contraddizioni dell'India, la sofferenza d'oggi e la speranza di domani."

La Cacciaglia vive da 20 anni in India; profonda conoscitrice della sua società e delle sue culture, è stata spesso consulente e guida per documentaristi, ricercatori, giornalisti, tra cui l'amico Tiziano Terzani. Un'altra collaboratrice della mostra, Ester Gallo, antropologa, docente di Politica e Società presso l'Università del Sussex (UK), che dell'India ha esplorato i temi legati a donne, genere, parentela e famiglia, sottolinea che "le donne indiane sono oggi, come in passato, protagoniste della tradizione e del cambiamento. La comprensione del ruolo complesso che esse rivestono nell'India contemporanea ci richiede di mettere in discussione i nostri valori e il nostro punto di vista; abbandonare l'idea di un'India 'tipica', esotica e affascinante per guardare agli effetti prodotti da colonialismo e globalizzazione.

Le vedove di Vrindavan sono simbolo di un Paese in profonda trasformazione; le loro storie testimoniano diversità di esperienze, famiglie in mutamento, situazioni di precarietà, ma pure scelte consapevoli e un ruolo attivo nella società."

In occasione dell'inaugurazione della mostra, sabato 5 aprile alle ore 17.30, si esibirà il gruppo di musica indiana Ragini e verrà offerto un rinfresco da Solidalequo Assisi. Dopo la tappa ad Assisi la mostra si sposterà a Spoleto dal 19 al 27 aprile.

Nota: queste le note geografiche della città indiana di Vridavan. Si trova tra Nuova Delhi e Agra (sede del Taj Mahal), a circa 130 km. dalla prima e 50 km dalla seconda, è ubicata nella regione Uttar Pradesh, nel distretto Mathura, conta circa 57.000 abitanti.

Secondo la tradizione hindu tra Vrindavam e Mathura, separate da circa 15 km, nacque e crebbe Krishna. Per questo motivo la zona è ricca di templi meta di pellegrinaggio da tutta l'India.

venerdì 4 aprile 2008

La storia di Rama e Prianka

Oltre i 35 pannelli con foto e poesie, Donne di Vrindavan offre al visitatori altri pannelli con approfondimenti, tra cui quelli con le testimonianze raccolte da 15 delle donne fotografate. Le interviste sono state realizzate da Tamara Farnetani; Kishan Bal, 22 anni, studente all'ultimo anno di lingue francese e inglese all'Università di Agra, ha curato la traduzione delle testimonianze delle vedove; Daniele Passerini ha ottimizzato in italiano le trascrizioni.

Con un sorriso stendiamo un filo
da un cuore all'altro
ad asciugare lacrime brune
dentro la luce.

UN CLICK SULLA FOTO PER INGRANDIRLA

C'era una bellissima bimba sulla scalinata del Tempio di Govinda; sedeva composta, pulita e ben vestita. Mi sono avvicinata con l’interprete e le ho chiesto cosa stesse facendo lì tutta sola...


PRIANKA, 10 anni, parla Bengali e Hindi

La mia mamma va a salmodiare all'ashram da pochi mesi, io ogni mattina e pomeriggio l’aspetto qui fuori. Siamo venute a Vrindavan due anni fa con mio padre che aveva affittato un riskhò (*); perché qui è comunque più facile vivere che nel Bengala Occidentale.
No, papà non è morto, non so più niente di lui ma credo che faccia sempre l’imbianchino a Calcutta. Purtroppo lui è un alcolista e gli piace anche giocare d’azzardo. Spesso la mamma lo supplicava di smetterla e di cambiare vita, ma lui niente e alla fine ha preso la sua roba ed è tornato a Calcutta.
Se puoi fare delle foto a me e mia madre?
Dipende da cosa dice lei. Vieni a trovarci all'ora di pranzo, noi abitiamo a pochi minuti da qui; ti spiego come arrivare...

RAMA, 35 anni, parla solo Bengali.

La madre di Prianka, è una donna giovane e dai lineamenti delicati, con un bel sorriso e capelli lunghissimi. Durante l'intervista madre e figlia scherzano tra loro e sembrano molto unite. A conferma del racconto della bambina, Rama ha il sindoor, la riga rossa all’attaccatura dei capelli che di solito si dipingono solo le donne sposate, ed indossa un sari colorato (non quello bianco delle vedove). Le donne rifugiate a Vrindavan tendono ad organizzarsi in piccole comunità. Rama e Prianka abitano in una scuola frequentata dai figli degli immigrati bengalesi, che offre alle vedove originarie del Bengala alcune camere in affitto. Madre e figlia nella loro stanza cucinano, mangiano e dormono.

Mio marito se n’è andato quattro mesi fa. Ha detto che non vuole rivedere più né me, né la figlia. Mi sono trovata di colpo senza nessun sostegno economico. Non ero disposta a prostituirmi. Ho chiesto di potere salmodiare all’ashram in cambio di cibo e qualche soldo per pagare l’affitto. Qui a Vrindavan questo è l’unico modo per una donna sola di sopravvivere in modo onesto. A Calcutta ho due fratelli maggiori e mia madre anziana, ma non vogliono riprendermi con loro né aiutarmi. Non prendo nessun sussidio dallo Stato. Mi sono sposata a quattordici anni, mio marito ne aveva venti. Il matrimonio è stato un trauma dal primo giorno: non sono mai stata felice con mio marito. Non mi piace vivere a Vrindavan, non mi piace andare a salmodiare. Non so leggere e scrivere, e per Prianka sarà lo stesso, visto che non mi posso permettere di pagarle la scuola. In questa situazione sarà pure difficile trovarle un marito.

(*) La bambina allude al cicle-rikshò, una bicicletta a tre ruote adibita a trasporto passeggeri. A Calcutta circolano ancora rikshò trainati a mano, mentre nel resto dell'India sono proibiti perché considerati disumani.